Volta pagina...inizia la storia

Evviva il libro!

"C’era una volta una grande avventura: la consuetudine alla lettura! Pieni di libri i comodini, gli scaffali, i tavoli e anche i lettini! Tutti leggevano , il tempo volava e con il tempo la mente viaggiava..." 
                                                                                                         Roald Dahl

C'era una volta...
e ancora continua
la grande avventura

 della lettura!
                                                  I ragazzi
Il libro di Angelo Branduardi


Laboratorio di scrittura creativa
Cari ragazzi,
 vi pubblico la fiaba musicale che abbiamo letto e drammatizzato nel laboratorio di lettura e scrittura creativa. Nel prossimo laboratorio lavoreremo insieme  ad un'analisi più approfondita dei personaggi , dell'ambiente e della trama. Le attività sono propedeutiche al laboratorio di scrittura creativa che vi vedrà impegnati nella realizzazione di una nuova storia "a più mani".

Pierino e il lupo
di
Sergej Prokofiev

Cari bambini questa è una storia molto speciale. E' una storia speciale perché ogni personaggio della storia ha la voce di uno strumento musicale.



L'uccellino ha la voce del flauto, l'anitra ha la voce dell'oboe, il gatto ha la voce del clarinetto, il nonno molto severo ha la voce del fagotto, il lupo ha la voce di tre corni, Pierino il protagonista della storia è un bambino molto vivace a cui piace tanto giocare ha la voce di tutti gli archi, gli spari dei cacciatori hanno la voce dei timpani.


Bambini attenti che la fiaba musicale ha inizio.


Pierino viveva con il nonno in una casetta in campagna, circondata da un grande giardino, recintato da una staccionata di legno. Fuori nei prati c'è un grosso albero e uno stagno e non molto lontano c'è una foresta buia e misteriosa.


Una mattina di buon ora Pierino aprì il cancello e uscì sul prato verde che circondava la sua casa. Sul ramo del grande albero era appollaiato un uccellino amico di Pierino, non appena lo vide arrivare cinguettò allegramente - E' tutto tranquillo-. Accanto a Pierino, un'anatra avanzò dondolandosi, era contenta che il bambino non avesse chiuso il cancello e decise di farsi una nuotatina nel profondo stagno in mezzo al prato. Vedendo l'anatra, l'uccellino volò giù dall'albero e si posò sull'erba vicino a lei e alzò le spalle - Ma che razza di uccello sei che non sai volare! - disse. L'anatra rispose - Ma che razza di uccello sei tu che non sai nuotare! - Splash e si tuffò nello stagno. Seguitarono a litigare per un bel po'; l'anatra nuotando nello stagno e l'uccellino saltellando sulla riva erbosa.


Ad un tratto, qualche cosa attirò l'attenzione di Pierino. Era un gatto che avanzava insidioso fra l'erba. Il gatto pensò - Ecco, un uccello impegnato a discutere, non mi sarà difficile catturarlo e mangiarlo -. Incominciò a strisciare verso di lui sulle zampe di velluto.


- Attenzione! - gridò Pierino e l'uccellino volò svelto sull'albero. L'anitra fece - qua qua - al gatto, dal bel mezzo dello stagno. Il gatto girava intorno all'albero e intanto pensava - Ma vale la pena di arrampicarsi così in alto, quando sarò lassù l'uccello sarà già volato via - .


Uscì il nonno. Era arrabbiato perché Pierino aveva disobbedito. - Il prato è un posto pericoloso Pierino! Se un lupo dovesse sbucare dal bosco che cosa faresti?-.


Pierino non prestò attenzione alle parole del nonno. I ragazzi come lui non hanno paura dei lupi.


Ma il nonno lo prese per mano, chiuse il cancello e condusse Pierino verso casa.


Pierino si era appena allontanato, che un grande lupo grigio sbucò dalla foresta.


In un baleno il gatto si arrampicò sull'albero. L'anatra starnazzò terrorizzata e stupidamente balzò sulla riva; prese a correre con tutte le sue forze, ma un'anatra non può essere più veloce di un lupo. Il lupo si avvicinava, sempre di più, finché la raggiunse, ecco ... l'afferrò e ne fece un sol boccone. Povera anatra! Ed ora ecco come stavano le cose: il gatto si era accucciato su un ramo. L'uccellino appollaiato su un altro, non troppo vicino al gatto naturalmente. Il lupo camminava intorno all'albero guardandoli con occhi ingordi.


Intanto Pierino guardava quel che stava succedendo da dietro il cancello, senza un briciolo di paura. Corse in casa, prese un corda robusta e si arrampicò sull'alto mura di pietra. Uno dei rami dell'albero attorno al quale girava il lupo si protendeva oltre il muro. Afferrando il ramo Pierino riuscì ad arrampicarsi e così si ritrovò sull'albero; poi disse all'uccellino - Vola giù e mettiti a svolazzare intorno al muso del lupo, attenzione però non farti acchiappare -. L'uccellino quasi toccava il muso del lupo con le ali mentre questo aprendo la bocca spiccava salti fulminei cercando di azzannarlo ... mamma mia come l'aveva fatto inferocire, ragazzi ! Come voleva afferrarlo, ma l'uccellino era molto più furbo della belva e continuava il suo gioco.


Intanto Pierino aveva fatto un bel nodo scorsoio e cautamente lo calò giù dall'albero ... e riuscì ad infilarlo nella coda del lupo e tirò con tutte le sue forze ... sentendosi preso in trappola il lupo si mise a saltare furiosamente cercando di liberarsi ... ma Pierino, niente, legò l'altro capo della corda all'albero e più il lupo saltava più stringeva il nodo scorsoio ... proprio in quel momento i cacciatori uscivano dalla foresta ... seguivano le tracce del lupo e sparavano ad ogni passo ... - Smettetela di sparare - disse Pierino ancora seduto sull'albero - l'uccellino ed io abbiamo già catturato il lupo, aiutateci piuttosto a portarlo al giardino zoologico ... - e allora immaginatevi che marcia trionfale: Pierino in testa, dietro i cacciatori che trascinavano il lupo, il nonno e il gatto chiudevano il corteo. Il nonno scuoteva la testa e continuava a brontolare - E se Pierino non fosse riuscito a catturare il lupo che sarebbe successo eh! -. Sopra di loro volteggiava l'uccellino cinguettando allegramente - Però che tipi coraggiosi siamo Pierino ed io, guardate che cosa siamo riusciti a catturare -.


E se qualcuno avesse ascoltato con attenzione avrebbe sentito l'anatra che faceva - qua qua qua - nella pancia del lupo che per la fretta, quello scemo, l'aveva inghiottita viva .

Ascoltate il suono degli strumenti che danno la voce ai personaggi della storia




E adesso divertirevi con un video della fiaba narrata da Claudio Lobbia
.



Cari ragazzi,dopo una serie di attività che vi hanno visto impegnati, inizialmente, in lavori individuali ed in un secondo momento in gruppi cooperativi, abbiamo messo in atto le condizioni del “lavorare insieme”. E ci siamo riusciti alla grande dal momento che la vostra tenacia ha prodotto i primi frutti: tre fantastiche storie.


Fatilandia

C’erano una volta due bambini molto poveri. Il più grande di loro si chiamava Francesco , il più piccolo Enrico. I due bambini erano sempre felici perché avevano l’amore della loro mamma. Purtroppo un giorno la mamma s’ammalò e loro non furono più gli stessi. Erano sempre molto tristi.
Un giorno, una folata di vento portò un biglietto nel loro giardino. Francesco lo lesse: “se a Fatilandia arriverete, la felicità ritroverete”. Accanto al biglietto misteriosamente trovarono anche una mappa che conduceva in quel luogo. Francesco ed Enrico si avventurarono sulla strada per Fatilandia nella speranza di trovare una soluzione al problema della loro mamma. Lungo la strada trovarono tanti ostacoli;: sabbie mobili, stregoni neri, orchi, serpenti…
Nonostante tutto riuscirono a trovare Fatilandia, un posto meraviglioso, pieno di bellissime fate che volavano allegre di qua e di là e che vivevano in castelli costruiti sulle nuvolette bianche di un bellissimo cielo terso e limpido.
I due bambini si avvicinarono ad una fatina e le chiesero aiuto per la loro mamma tanto malata. La fatina li condusse dalla fata regina di Fatilandia che commossa dalla triste storia diede a Francesco una pozione magica. Così, i due piccoli coraggiosi bambini corsero velocemente verso casa, diedero alla mamma una dose di quella preziosa medicina e in breve tempo lei guarì. Nonostante la povertà, la tristezza per incanto svanì dai loro cuori e ritrovarono la felicità, perché la ricchezza più grande è, e rimarrà sempre, l’amore di una mamma.


Operazione “Vendetta”

Siamo nel 1936 e nella piazza della città di “Dovunque” Frank Albert Queen stava tendendo l’ennesima trappola al signor Lobont, una delle sue “vittime” preferite. Il sindaco Coal Jean Grey si accorse di lui e lo convocò nel suo ufficio. – Albert , ora hai superato il limite!-Adesso basta, ti esilierò nella città di “Qualunque” , almeno lì non avrai nessuno a cui fare i tuoi stupidi infantili scherzi.- No, non a “Qualunque” ,in qualsiasi posto ma non lì.
Ma il sindaco fu irremovibile.
Gli anni passarono …e lì Albert morì dopo una vita solitaria e infelice.
Ombre scure cadevano sul cimitero della città di “Qualunque”. Sulla tomba di Frank Albert Queen la grossa lastra di marmo era spostata. Ora Queen si voleva vendicare, e la sua vendetta doveva ricadere su Coal Jean Grey, il vecchio sindaco che anni prima l’aveva cacciato da “Dovunque”. Il fantasma era diretto a casa di Grey, la sete di vendetta lo perseguitava.
Quando l’ultima luce della casa di Grey si spense cominciò l’operazione “Vendetta”. Queen si introdusse nella camera da letto di Grey che dormiva come un sasso e si accorse che sul comodino aveva una bomboletta spray per l’asma .
Guarda un po’ il caso … proprio quella notte un attacco d ‘asma colpì Grey. Albert non poteva sprecare quell’occasione, ma come sfruttarla?. Poi una lampadina si accese. Frank sostituì l’aggeggio per l’asma con un potentissimo spray al peperoncino, e disse sussurrando-Povero Grey ... vedrai, vedraiiiii ! Nella bocca di Grey, con un solo spruzzo, si scatenò un incendio che lo costrinse per giorni e giorni a placare il bruciore bevendo litri e litri d’acqua.
L’operazione “Vendetta” era andata a buon fine, Frank Albert Qeen aveva avuto la sua vendetta. Era riuscito a fare il suo ultimo scherzo, il più riuscito di tutti.

Un giorno da eroe

Un giorno d’inverno, tre fratelli, Marco, Luca e Raffaele erano soli in casa e si stavano annoiando, perché fuori pioveva e non potevano giocare all’aperto.
Ad un tratto a Marco venne un’idea geniale: avrebbero giocato a nascondino in casa. Marco, , seguito dal suo cane Macchia, scelse come nascondiglio la soffitta, luogo al quale nessuno poteva accedere per ordine dei genitori. Lì tutto era strano, Marco si guardava intorno, tutto sembrava vecchio di mille anni. Poi s’accorse di un baule pieno di vecchi giocattoli tra i quali s’ intravedeva un libro dall’aspetto misterioso. Marco soffiò sulla copertina polverosa e come per magia dal libro uscì una fata bellissima e luminosissima. La fata raccontò a Marco che viveva felice nel suo mondo con il suo folletto aiutante. Ma qualche giorno prima una brutta strega ed un orco lo avevano rapito per farle dispetto e lei era triste perché da sola non poteva salvarlo. Una profezia, infatti, diceva che solo il cuore puro di un bambino poteva sconfiggere il male e liberare il folletto .La fata chiese a Marco di aiutarla e lui subito accettò. Marco e Macchia insieme alla fata entrarono nel libro. In un attimo furono trasportati in un ambiente molto piacevole. C’erano fiori colorati e farfalle di ogni varietà, ma presto quel paesaggio cambiò e si ritrovarono in un bosco dove tutto era diverso. I fiori erano appassiti, ovunque c’erano trappole per animali e al posto delle variopinte farfalle volavano insetti velenosi. Nei pressi del bosco c’era il castello dove abitavano l’orco e la strega; l’orco era a guardia del castello e fu distratto da Macchia che lo attirò verso una trappola posta nel bosco. L’orco ci cascò. Velocemente, Marco e la fata entrarono nel castello e si diressero verso l’antro della strega dove .lei era intenta a mescolare in un grande calderone una nauseabonda pozione magica. Marco prese alla sprovvista la strega e con uno spintone la buttò nel calderone bollente. Poi liberarono il folletto che contento riabbracciò la fata e ringraziò Marco e Macchia. La missione era compiuta e potevano ritornare a casa soddisfatti. La fata li aiutò a compiere il viaggio di ritorno nel libro e quando giunsero a casa Marco si accorse che il tempo non era passato e che Luca e Raffaele ancora cercavano il suo nascondiglio.