martedì 1 marzo 2011

Tre fantastiche storie


Tre fantastiche storie sono state create dai bambini nel laboratorio di scrittura creativa collettiva "Scrivolab: storie a più mani da raccontare"

Fatilandia



C’erano una volta due bambini molto poveri. Il più grande di loro si chiamava Francesco , il più piccolo Enrico. I due bambini erano sempre felici perché avevano l’amore della loro mamma. Purtroppo un giorno la mamma s’ammalò e loro non furono più gli stessi. Erano sempre molto tristi.
Un giorno, una folata di vento portò un biglietto nel loro giardino. Francesco lo lesse: “se a Fatilandia arriverete, la felicità ritroverete”. Accanto al biglietto misteriosamente trovarono anche una mappa che conduceva in quel luogo. Francesco ed Enrico si avventurarono sulla strada per Fatilandia nella speranza di trovare una soluzione al problema della loro mamma. Lungo la strada trovarono tanti ostacoli;: sabbie mobili, stregoni neri, orchi, serpenti…
Nonostante tutto riuscirono a trovare Fatilandia, un posto meraviglioso, pieno di bellissime fate che volavano allegre di qua e di là e che vivevano in castelli costruiti sulle nuvolette bianche di un bellissimo cielo terso e limpido.
I due bambini si avvicinarono ad una fatina e le chiesero aiuto per la loro mamma tanto malata. La fatina li condusse dalla fata regina di Fatilandia che commossa dalla triste storia diede a Francesco una pozione magica. Così, i due piccoli coraggiosi bambini corsero velocemente verso casa, diedero alla mamma una dose di quella preziosa medicina e in breve tempo lei guarì. Nonostante la povertà, la tristezza per incanto svanì dai loro cuori e ritrovarono la felicità, perché la ricchezza più grande è, e rimarrà sempre, l’amore di una mamma.





Operazione “Vendetta”


Siamo nel 1936 e nella piazza della città di “Dovunque” Frank Albert Queen stava tendendo l’ennesima trappola al signor Lobont, una delle sue “vittime” preferite. Il sindaco Coal Jean Grey si accorse di lui e lo convocò nel suo ufficio. – Albert , ora hai superato il limite!-Adesso basta, ti esilierò nella città di “Qualunque” , almeno lì non avrai nessuno a cui fare i tuoi stupidi infantili scherzi.- No, non a “Qualunque” ,in qualsiasi posto ma non lì.
Ma il sindaco fu irremovibile.
Gli anni passarono …e lì Albert morì dopo una vita solitaria e infelice.
Ombre scure cadevano sul cimitero della città di “Qualunque”. Sulla tomba di Frank Albert Queen la grossa lastra di marmo era spostata. Ora Queen si voleva vendicare, e la sua vendetta doveva ricadere su Coal Jean Grey, il vecchio sindaco che anni prima l’aveva cacciato da “Dovunque”. Il fantasma era diretto a casa di Grey, la sete di vendetta lo perseguitava.
Quando l’ultima luce della casa di Grey si spense cominciò l’operazione “Vendetta”. Queen si introdusse nella camera da letto di Grey che dormiva come un sasso e si accorse che sul comodino aveva una bomboletta spray per l’asma .
Guarda un po’ il caso … proprio quella notte un attacco d ‘asma colpì Grey. Albert non poteva sprecare quell’occasione, ma come sfruttarla?. Poi una lampadina si accese. Frank sostituì l’aggeggio per l’asma con un potentissimo spray al peperoncino, e disse sussurrando-Povero Grey ... vedrai, vedraiiiii ! Nella bocca di Grey, con un solo spruzzo, si scatenò un incendio che lo costrinse per giorni e giorni a placare il bruciore bevendo litri e litri d’acqua.
L’operazione “Vendetta” era andata a buon fine, Frank Albert Qeen aveva avuto la sua vendetta. Era riuscito a fare il suo ultimo scherzo, il più riuscito di tutti.



Un giorno da eroe


Un giorno d’inverno, tre fratelli, Marco, Luca e Raffaele erano soli in casa e si stavano annoiando, perché fuori pioveva e non potevano giocare all’aperto.
Ad un tratto a Marco venne un’idea geniale: avrebbero giocato a nascondino in casa. Marco, , seguito dal suo cane Macchia, scelse come nascondiglio la soffitta, luogo al quale nessuno poteva accedere per ordine dei genitori. Lì tutto era strano, Marco si guardava intorno, tutto sembrava vecchio di mille anni. Poi s’accorse di un baule pieno di vecchi giocattoli tra i quali s’ intravedeva un libro dall’aspetto misterioso. Marco soffiò sulla copertina polverosa e come per magia dal libro uscì una fata bellissima e luminosissima. La fata raccontò a Marco che viveva felice nel suo mondo con il suo folletto aiutante. Ma qualche giorno prima una brutta strega ed un orco lo avevano rapito per farle dispetto e lei era triste perché da sola non poteva salvarlo. Una profezia, infatti, diceva che solo il cuore puro di un bambino poteva sconfiggere il male e liberare il folletto .La fata chiese a Marco di aiutarla e lui subito accettò. Marco e Macchia insieme alla fata entrarono nel libro. In un attimo furono trasportati in un ambiente molto piacevole. C’erano fiori colorati e farfalle di ogni varietà, ma presto quel paesaggio cambiò e si ritrovarono in un bosco dove tutto era diverso. I fiori erano appassiti, ovunque c’erano trappole per animali e al posto delle variopinte farfalle volavano insetti velenosi. Nei pressi del bosco c’era il castello dove abitavano l’orco e la strega; l’orco era a guardia del castello e fu distratto da Macchia che lo attirò verso una trappola posta nel bosco. L’orco ci cascò. Velocemente, Marco e la fata entrarono nel castello e si diressero verso l’antro della strega dove .lei era intenta a mescolare in un grande calderone una nauseabonda pozione magica. Marco prese alla sprovvista la strega e con uno spintone la buttò nel calderone bollente. Poi liberarono il folletto che contento riabbracciò la fata e ringraziò Marco e Macchia. La missione era compiuta e potevano ritornare a casa soddisfatti. La fata li aiutò a compiere il viaggio di ritorno nel libro e quando giunsero a casa Marco si accorse che il tempo non era passato e che
Luca e Raffaele ancora cercavano il suo nascondiglio.

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